Il salone di Slow FoodHome >>
Text-only version printed fromhttp://FXcuisine.com/default.asp?Display=225 Questa è la mia visita alla grande fiera mondiale del cibo tradizionale di Torino, in Italia. Lo scorso week-end ho attraversato le Alpi per arrivare a Torino, in Italia, dove si teneva il salone annuale di Slow Food, il meeting per gli appassionati di cibo artigianale proveniente da ogni parte del mondo. Tre ore dopo, ho parcheggiato la mia macchina davanti al lingotto, la grande fabbrica automobilistica lunga quanto 5 isolati di Manhattan. I successivi tre giorni li ho passati in giro per quest'edificio, dormendo all'hotel Lingotto, parlando e mangiando cibo slow al Salone del Gusto che quest'anno era unito con Terra Madre, la convention annuale di Slow Food. Sono stato uno tra gli oltre 180.000 visitatori della fiera. Appena entrati, si viene risucchiati in un turbine di delizie terrene, per essere risputati fuori 5 ore dopo con occhi sognanti, pensando a mucche, campi e contadini. Un padiglione distinto è dedicato a Terra Madre, la convention annuale dei delegati Slow Food di tutto il mondo. La sezione accessibile al pubblico è composta da file e file di stand dedicati ciascuno ad un diverso presidio. Presidio è il nome assegnato dalla Fondazione Slow Food alle iniziative locali mirate a proteggere i piccoli produttori e salvaguardare la qualità artigianale. La fondazione diffonde brochure e materiali informativi che spiegano a noi uomini di città come viene prodotto un tipo particolare di salsiccia o di fagiolo, la sua storia e l'uso tradizionale che se ne fa in cucina. Spesso viene redatto un disciplinare, un codice con pratiche standard per i produttori, con l'obiettivo di garantire che nella produzione di quel particolare prodotto vengano impiegati solo i metodi tradizionali di comprovata affidabilità. La zona della fiera dedicata alla Sicilia è tra le più affollate, ci sono bande musicali tradizionali che suonano e cantano, e accesso libero a fette del più delizioso panettone abbia mai assaggiato, ricavate da un dolce delle dimensioni di una botte. Davvero incredibile. C'è anche lo stand del Bar Alba, una delle migliori pasticcerie e gelaterie di Palermo. Vedo con grande piacere che i Siciliani sanno davvero mettere in mostra la loro grandezza culinaria. Parlando, di cibo, la Sicilia è probabilmente tra le mie regioni italiane preferite, assieme alla Campania, all'Emilia-Romagna e all'Alto Adige. Questi signori hanno legato il loro destino al fagiolo di Badda, una varietà che cresce a Polizzi Generosa, nel Parco Nazionale delle Madonie, in Sicilia. Il fagiolo badda deve il fatto di essere un presidio Slow Food al suo caratteristico aspetto bicolore. Una cultivar di Phaseolus Vulgaris L., è presente con una varietà beige-bianca ed una bianca e nera. In Sicilia viene cucinato col finocchietto selvatico e servito con pasta fatta in casa (pappardelle). Come nei "Soprano", meglio non mancare di rispetto per il fagiolo di Badda. Questa coppia coltiva in Umbria piccoli campi di piselli selvatici chiamati roveja (pisum arvense). Sono fatti seccare sulla pianta e poi cotti come i fagioli o macinati per ottenere una farina scura. Questa signora è una delle poche contadine che coltiva i Fagioli di Sorana nei campi recuperati dalla terre umide sugli argini del fiume Pescia. Le ho chiesto se erano questi i fagioli utilizzati tradizionalmente per la cottura "al fiasco" (una preparazione in cui i fagioli sono inseriti in fiaschi di Chianti svuotati dal vino e messi a cuocere in un forno a legna dove precedentemente è stato cotto il pane, così che possano bollire lentamente durante la notte sfruttando il calore residuale del fuoco). Sì, proprio così, come lo sa? mi risponde la signora. Oggi si utilizza anche un fiasco moderno dalla base piatta, dice, mostrandomene uno che compro immediatamente. Basta mettere un po' d'acqua - non troppo calcarea - nel fiasco assieme ai miei fagioli, una foglia di salvia, uno spicchio d'aglio, e mettere in forno. Appena prima di servire, aggiungere pepe bianco e olio d'oliva, mi spiega, offrendomene un cucchiaio. Sono deliziosi. Questi li ho cotti nel coccio, viegono bene lo stesso, conclude. Il Presidio è chiamato «Fagioli di Sorana». La donna qui sopra è uno dei tre produttori regionali tradizionali di aglio, del Presidio Aglio di Vessalico, che promuove la produzione di questa speciale varietà di aglio a Vessaglio, piccolo paese della Liguria. Raccogliamo l'aglio in giugno e luglio, e poi lo lasciamo seccare per 3 settimane. Si può mantenere fino all'aprile successivo, spiega. I ragazzi qui sopra andavano veramente fieri del loro aglio. Questo signore Rumeno e la sua vivace moglie producono un formaggio molto affascinante chiamato Brânzä de Burduf, prodotto in Transilvania con la salvaguardia del presidio Slow Food. Uno tra i formaggi più famosi della Romania, viene immagazinato in un cilindro di corteccia d'abete in precedenza bollito nel siero. Dopo averlo assaggiato, posso solo descriverne il sapore come pienamente grasso con un tocco di "porcino", nel senso più animalesco del termine, un gusto sicuramente acquisito ma decisamente autentico. I signori scambiavano sguardi pesanti con i produttori d'aglio loro dirimpettai. Per lungo tempo sono stato in cerca di questo formaggio, dopo averne trovato traccia su alcuni libri. Il Caciocavallo Podolico è una delle 1200 varietà di formaggio prodotte oggi in Italia, ed è completamente sconosciuto al di fuori dalle regioni della Puglia, del Molise e della Basilicata. Non ricordo più quante volte ne ho chiesto notizia nelle formaggerie sentendomi rispondere in modo scorbutico "Non l'ho mai sentito nemmeno menzionare" , con il tono secco e definitivo tipico delle persone che non ne sanno molto sull'argomento. Questo caciocavallo è imparentato con la mozzarella, da cui differisce su due aspetti fondamentali. In primis, viene invecchiato per un anno o più, mentre la mozzarella si consuma appena fatta. In secondo luogo, viene prodotto con il latte delle mucche di razza podolica, un'antica specie non più utilizzata dalle fattorie casearie a causa della sua bassa capacità produttiva. Ma ora, con l'avvento dell'era della mucca asciutta e grazie all'aiuto dei consapevoli attivisti di Slow Food, questa razza ha avuto un revival e così ho potuto comprare il mio primo caciocavallo podolico. A Terra Madre ho trovato 3 stand che vendevano Caciocavallo Podolico. Benché, secondo i libri che avevo letto, il formaggio potesse invecchiare fino a 9 anni, il più vecchio che ho visto aveva 3 anni. Il signore ha sbattuto il formaggio sul tavolo per mostrare quanto fosse duro. Se fosse ancora più vecchio, diventerebbe una palla di canone, mi dice. Il caciocavallo prodotto dal latte di queste mucche acquista un colore giallognolo a causa del betacarotene e della riboflavina contenuta nell'erba dei pascoli. Allo stand del Molise una signora mi ha fatto assaggiare la manteca, un formaggio simile al caciocavallo ripieno di soffice burro. Mentre lo stavo assaggiando, inavvertitamente ne ha fatto scivolare un pezzettino sui miei pantaloni. Sono stato immediatamente invitato all'interno del loro stand, dove era stato allestito un piccolo ristorante per gli ospiti speciali. Mi hanno fatto sedere a tavola con altri tre buongustai, di Torino, e hanno iniziato a servirci i piatti. Prima è arrivata una zuppa di fagioli e cereali "dimenticati" guarnita con un poco d'olio d'oliva. Farro, cicerchia, porcini, fave, olio, ricotta stagionata, tartufo e orzo, ha spiegato lo chef. Un pura delizia slow. Poi salumi tipici di vari tipi. A seguire, una specie di canederlo fatto di pane raffermo, uova e pecorino servito con una leggera salsa di pomodoro. Infine biscotti. Vino. Bobo, l'allegro e famoso cuoco molisano, è uscito tra una portata e l'altra per spiegarci i piatti e la loro preparazione. E' il proprietario del Ristorante Ribo in Molise - caldamente consigliato. L'intero pranzo è stato espressione della cucina povera e del cibo slow, esaltando una cucina locale tradizionale fatta di ingredienti economici ma di grande qualità. Il Molise è una regione di destra, ha detto lo chef, sorridendo, ma io faccio una cucina di sinistra. Alla fine, quando ho chiesto il conto, hanno fatto una faccia offesa - ma offriamo noi, naturalmente! Mi sono divertito molto con questa signora spagnola e la sua collega, produttrici di un olio d'oliva ricavato da alberi di olivo vecchi mille anni. Alla fine siamo rimasti a parlare per mezz'ora e me ne sono andato via con tre bottiglie del loro olio millenario. Questo prodotto è protetto dal presidio Olio extravergine di ulivi millenari del Maestrat, una zona della costa spagnola tra Barcellona e Valencia. Sarò pure un po' snob, ma mi piace l'idea di consumare dell'olio di alberi che sono produttivi da un migliaio d'anni. Molto meglio delle cosiddette "uova secolari". Una dolceria calabrese In presenza di una macchina fotografica "seria", la signora dello stand delle false uova farà di tutto per compiacere il fotografo. Molto gentile e piena di energia, posa qui con una fila di salsicce di cioccolato e nocciole.... ... mentre la sua collega affetta della cioccolata. Mi viene servita una tazza di cioccolata piena di cioccolata liquida con peperoncino, davvero un drink rinfrescante. Un'insegna gigante con scritto «STREET FOOD» mi porta verso lo stand del Lazio, dove pagando 3 euro a questa gentile signora... ... ricevo una buonissima mozzarella in carrozza, ... ... una fetta di pane ripiena di mozzarella condita con senape e acciughe e ripiegata a metà. Il tutto è ricoperto di pangrattato e uova sbattute e fritto finché il formaggio non fonde. Un autentico paradiso per le coronarie e un adeguato tributo al tradizionale cibo da strada italiano, niente a che vedere con quei panini con formaggio fuso, avvolti nella plastica, offerti di solito nelle fiere commerciali italiane. Devo proprio avere una bella macchina (è una Nikon D300), visto che questo signore dello Slow Fever Bar mi corre dietro per chiedermi se posso inviargli la foto. Non c'è problema. Posso sembrare una persona che compra pasta già fatta? Beh, se fosse così mi fermerei al negozio di Anna Boni, a Mantova, per comprare una delle sue colorate creazioni. Questo signore produce formaggio nella Gascogna, una regione compresa tra i Pirenei e Bordeaux. Come faccio sempre in questi casi, gli chiedo se compra il latte oppure se utilizza quello che proviene dal suo bestiame. Mi sorride, Noi lavoriamo nella maniera tradizionale, con una piena integrazione verticale. Io e mia moglie abbiamo un gregge, lo mungiamo, facciamo il formaggio e lo vendiamo, tutto da soli. Gli chiedo di afferrare e alzare un cestino per poter scattare la foto, il colore grigio dei formaggi mi lascia un po' perplesso. Nei nostri vassoi di legno c'è una specie particolare di muffa. Appena depositiamo il formaggio fresco, la muffa comincia a ricoprire le forme, ed in pochi giorni ha formato uno strato protettivo che preserva il formaggio da qualsiasi contaminazione dannosa da parte di microorganismi. Compro un formaggio molto vecchio e carico di muffa, di 3 anni, per mio padre che è amante di questo genere di cose. E' un prodotto davvero affascinante che probabilmente avrebbe molte difficoltà a trovare dei compratori se non fosse per gli appassionati di cibo slow, tra cui io stesso e il centinaio di migliaia di persone che hanno visitato la fiera. La seconda parte del mio reportage non è adatta ai vegeratariani! Slow Food non è un movimento vegetariano, ed infatti alla fiera c'era un mondo intero sul maiale Da questo signore di Ferrara ho comprato una salama da sugo. Non ha niente a che vedere con quelle salsicce fresche che le mamme italiane comprano per sbriciolare nella salsa di pomodoro e fare un veloce ragù. Al contrario, questo salume è duro come un sasso e deve essere messo a bagno in acqua per due ore e bollito per altre cinque prima di essere svuotato e servito con puré di patate. Posso cuocervene qualcuno oppure raccontarvi cosa c'è dentro, ma probabilmente nessuna delle due visto che ho appena lavato la moquette. Questa salsiccia ha un lignaggio impeccabile, fu infatti citata per la prima volta nel 14° secolo. Questo signore ha passato la settimana ad affettare un maialino dopo l'altro e servirlo ai buongustai in coda! Questo signore produce dei prosciutti che certo non nascondono la loro provenienza ... ... a che si dimostrano molto apprezzati dalla gente dalla testa rasata. Sarà felice di farveli assaggiare. La Nduja è un salame spalmabile ultra-piccante, ed è il cibo simbolo della Calabria. Man mano che si sente quel che contiene, passa la voglia di mangiarla. Ma avete mai chiesto che cosa c'è nei wurstel, nella mortadella, nella carne in scatola? Quante teste di maiale sono state utilizzate per fare questo? Disgustoso? Quante ne abbiamo già mangiate nei nostri hot dog? Una tipica salumeria italiana, quei negozi di famiglia dove si comprano carni stagionate e salumi... ... e dove si può sempre assaggiarne una fettina. Questo stand di prosciutti era così preso d'assalto che i membri dello staff non riuscivano ad affettarli abbastanza velocemente... ... per nutrire tutti gli acuti buongustai che affollavano il bar. Alla fine, mi sono trascinato all'hotel per una notte di sonno ristoratore e sogni d'oro. Non sono sicuro che nei prossimi anni Terra Madre (la convention di Slow Food) e il Salone del Gusto (la fiera del cibo artigianale) verranno tenuti assieme come è successo quest'anno. Si è trattato comunque di un'idea intelligente. Ci sono gli stessi tipi di prodotti, e si può assaggiare, parlare e comprare cibo ad ogni stand. Ci tornerò ancora! Se avete perso questo evento, non disperatevi, è in arrivo la prossima settimana il mio articolo su Eataly Slow Food Supermarket - aperto sempre, 7 giorni alla settimana. Qaunto è 'Slow' FX? La maggiorparte dei miei articoli parlano di specialità e cibi tradizionali, che sono tanto intrinsecamente buoni e appetitosi quanto indicativi della storia e dell'identità culturale. Ho a casa tutti i libri pubblicati della Slow Food Editore. Cucino tutto a partire da zero usando ingredienti freschi che acquisto dai contadini locali. Tutto ciò mi rende un tipo Slow Food? Beh, se da una parte apprezzo molto quello che fa Slow Food per preservare produzioni e specialità in via di estinzione, non condivido per questo tutte le loro idee. Non vado di certo spesso dentro un Mac Donald's, ma non tollero i tizi piuttosto rozzi che fanno a pezzi i fast food nel nome della lentezza. Mi piace l'idea di promuovere l'alimentazione basata su cibi freschi, locali e cucinati in proprio, ma non vedo la ragione di screditare chi non ha la possibilità di passare il tempo a cucinare. Mentre mi piace comprare verdure dalla produttrice locale e farne piatti tradizionali dalla lunga cottura, non mi piacciono quei buzzurri opportunisti che convocano i giornalisti per farsi riprendere mentre distruggono un campo di piante geneticamente modificate, dipingendosi come moderni Salvatori che puniscono duramente i mercanti nel Tempio della Natura, o che come Attila calpestano l'erba pagana affinché nulla possa ricrescere. Queste persone non rendono una grande servizio alla causa. E poi, se alla fine le stesse catene dei supermercati iniziano a vendere i prodotti protetti da Slow Food, non capisco davvero come questa si possa chimare allenza col diavolo. Perciò, se fossi un ragazzo che colleziona distintivi e in cerca di un'appartenenza, già da tempo avrei messo la chiocciolina di Slow Food nel mio banner. Perchè non avrei dovuto - d'altronde condivido quasi tutto quello che fa questa associazione. Ma io non ho bisogno di un simbolo che mi dica chi sono e non posso farmi carico di idee che non sono le mie. Perciò continuerò a condividere il mio amore per il cibo tradizionale senza esserne membro. A ognuno la sua strada. 511920 visite |
77 commentari
- #1
- Comment by Felix Alvarez
This is awesome!!! Thank you for sharing this with us..- #3
- Comment by Jason Sandeman
A nice, informative post. I almost fell off my chair when I looked up the cost for your camera here in Canada. I am officially jealous! As for the fair, it looks like a person would come away with a great appreciation of cuisine. I recently got my hands on some iberico ham, and I am still in awe of it.As for the political side, I am saddened today to see people rush out to a McArches, but I understand why. How can a local producer compete with da-da-da! I'm lovin it!? To top it off, we have "fast food" that basically does it all for us. I should not complain though, as now we live in a culture that idolizes "chefs" for doing what our grandmothers used to do as a matter of course. That could be my future.
This is why I like your blog. Not only is there food related articles, but you really get down to the soul of the food. That is what counts.
If you ever get time, I would like to correspond with you offline (by email) about some of your settings for your blog. (A sharing of the minds, if you will.)
Finally, I would love a resource to the 1000 year old olive oil tree.
Thank you again,
WelldoneChef!
About my camera is good and not the cheapest, that's for sure, but you can take great pictures with the Nikon D90, which is half the price and even better than the D80 I used to shoot half the pictures on my blog. No need to be jealous of my camera, you'll lose all your hair thinking like this.
If you read Italian I recomend you get some of the regional cookbooks from Slow Food Editore, definitely much money in them for a restaurateur with an eye for good food cooked to a high order using affordable produce.
- #5
- Comment by Laura
Fantastic pictures, I envy you!Last spring I spent a day at the Feria del Artiggianato (sp?) in Firenze, too bad I discovered the floor dedicated to food when it was about to close, so many delicious things! I wish I had a local market like that.
- #7
- Comment by Daniel Eliasson
Wow, just... wow. And here I'm sitting right on the other side of the Alps, missing it all. The only consolation is that it's an annual thing, I _need_ to go next year. Those beans, hams and salamis are whispering my name. Thank you for yet another great reportage with excellent photos!- #9
- Comment by Stephan Hofer
Guten tag FXich habe ihre seite vor circa 1 monat entdeckt, ich wollte ihnen mit diesem feedback vermitteln wie sehr ich ihre seite schätze und nutzen aus ihr ziehe. die fotos sind einfach traumhaft und motivieren immer wieder auf ein neues.
zu meiner person ich bin 25 jahre alt, gelernter jedoch durch die branche delusionierter koch, der nicht mehr auf dem beruf arbeiten will/kann. viel freude bereitet es mir jedoch für meine freunde, bekannten und verwandten ein schönes aus frischen zutaten bestehendes essen zu bereiten.
vielen dank für ihre arbeit ich weiss dies zu schätzen und werde ihre seite weiterempfehlen.
mit freundlichen gruessen aus zürich
stephan hofer
- #11
- Comment by rodney
To be entirely honest, I mostly read this to see if you ran into my local charcutier, Chris Eley, from Indianapolis, Indiana. He's at Terra Madre this week. I imagine there are a ton of people out there so I'm not surprised you didn't.I am very jealous of all of the amazing examples of slow food available in Italy. Thanks for all the wonderful pictures.
- #13
- Comment by Stefan
Great article!About the "branza de burduf"...it is not always stored in a cilinder of bark (this is the traditional way of storing it in Transilvania, mostly Sibiu, Brasov, Arges). This kind of cheese is made throughout Romania. People also use large wooden pots, cleaned and dryed sheep's stomachs or, cleand and dryed pig's bladders.
This salty and fatty cheese has nothing fancy about it, but is damn good :)
...great stuff comes from our beloved country... :)
- #15
- Comment by candace
FX, I've been reading your food blog ever since someone sent me a link to your entry about making paneer. It always puts a smile on my face when I get an email that you've updated your blog. This entry was amazing! I live in a very small town in Texas, with the only grocery store being a Walmart. I can't get a lot of the stuff you show on your blog but I love seeing the world through your eyes. Keep up the good work!- #17
- Comment by Shu
Thanks for the great write-up. Very informative!The slow food culture sounds so fascinating. All those exotic foods, yet to the locals it's what they've been eating for generations. I'm also very much a fan of cooking at home using simple but quality ingredients. Its one of the things I enjoy doing after a busy week at work.
Too bad it's still very much of a fast food mentality over here in Malaysia, though I sometimes (seldom!) see an article in the papers about the slow food movement in Europe. When I ask my friends what they know about slow food, they say, "Bad service at the restaurant?"
You're so lucky to be able to get all those wonderful hams and cheeses and oils there. I've despaired over the poor fare we have here for a very long time where the average Joe only knows processed ham blocks, plastic cheese slices and the best oil I've ever found was a truffle oil containing '1% truffle flavoring'. Yuck!
- #19
- Comment by Bianca Peccioli
Absolutely amazing...However if someone is disgusted by how many pigs head you need to make salami or even saudages, should re-think concepts. These things are being made for very long and better knowing what's in it than eating a load of carcinogenic preservatives used in food. I once visited a very famous (here in Brazil) factory of frozen food ... everything is separated in containers that describe: Mixture: Pasta Flavour; Mixture: Sauce Flavour; Mixture: Meat flavour. I asked the guy (that was leading me through the tour) what that meant and he's answer was simple. Mixtures come ready to turn into similar texture and taste of the real thing, BUT IT ISN'T THE REAL THING...THAT IS DEFINETELY SCARY (AND DISGUSTING)
- #21
- Comment by HazelStone
F-I urge you to not judge all of Slow Food (or really any political movement) by a few yahoos. I strongly agree with the people who ransack GMO fields, except when it comes to illegal actions like that. GMO is an irresponsible, ecologically unsound practice. It is right to stand against it. But for every idiot who takes an action like that, there are 1000 people who hold the same views but proceed civilly.
As ever ardent admmiration,
Hazel
Professional environmentalist
- #23
- Comment by Pietro Basile
My compliments, as usual, and please also accept my total support on the " political" final comments. I was for one year a member of slow food..I concluded that it was just another propaganda and marketing operation when I saw the mayor of a small town being sold the concept of becoming a "slow town".Let's be clear, we love genuine food but we also can afford it. What about the others who simply can't? In the world context, ours is an elitistic approach that smacks of snobbery to the millions of people who can hardly afford some food on their tables. Should the rest of the world starve so that some hyperprotected European ( especially French) farmer can live a comfortable life?
My son only discovered the positive social function of cheap food when in University one professor pointed out that without the big food chains lots of people could not afford that amount of proteins and calories. And that was in the States not in a third world country.
Now,I'm not saying that fast food is good and should be the norm but it's not bad either. It depends on who you are and how you use it.
And I believe we should all be a bit more compassionate.
There would be a lot to say how this European search for everything " organic" is being just transformed into just another burocratic scheme of paperwork to increase prices...I know a bit about the wine business as I made organic wine back in the '80 and can attest as it really now it's just about paperwork...Best regards
- #25
- Comment by Cristian
You're welcome anytime in Romania, just let me know in order to give you some specific details about what to see and what to do in terms of real food and habits, because some Romanians will only tell you about "sarmale" and "mici", but there is so, so much more....Thanks for the pictures!
- #27
- Comment by Stefan
Cristian is so right...you should see Romania from a Romanian point of view."the Russian point of view" trashed our image...Anthony Bourdain did this and I was so disappointed too see this great country in a greyish with everything revolving around Dracula...it's just so wrong...there are so many things to see and experience...
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Our cuisine may not be that classy or fancy, but it will blow your mind with it's simplicity.
- #29
- Comment by Cristian
Well, the young people in Romania are speaking quite well English, this is for sure.......Many still thinks that Romanians speak a lot of French or Italian, due to the latinity factor, but, as I told, English is wide spoken among the people between 15-35, maybe 40 yrs. Not to be worried:)But, speaking of cheese and "brânză de burduf", it will be great if you'll se the process of making the real "bulz" in the South of Carpathians style - very hot polenta balls (like tennis balls, in terms of size) with brânză de burduf inside, grated on the hot iron oven.....oh My God!!!! The Transylvanian style of "bulz" is quite different, but ok too.
Anyway, just send me an email when you want to go to Romania, and I'll do my best to provide some excellent foodies for your trip, in Transylvania or wherever.
Good luck!
- #31
- Comment by Stefan
Officially French is the first most spoken foreign language in Romania, but Cristian is right, almost every young man or woman can speak English. But, after reading your "about" page, you should have no problem :)---
Hehe...that "bulz" is great. You should also see how they make this thing called "balmos" in Bucovina. A mix of corn flower mixed with some kind of yogurt and cheese. This is a traditional meal made by the shepherds. It is all mixed together and slowly cooked over a fire. This mixture is surrounded by very hot oil that is never brought to a boil. A very simple meal that is not that easily made.
It goes great with a lamb stu, near some friends, sitting down on the ground and enjoying the great views from Bucovina.
- #33
- Comment by Rosa
Thanks for sharing those great pictures as well as your views with us! A wonderful report! All that food makes me drool and dream...Cheers,
Rosa
- #35
- Comment by Keight
Oh, just wonderful! I am so impressed with the goods on offer. The food shows here - NZ - are lovely but this one seems so much more "real" - and bigger. Although I don't have a shaved head, I would have definitely spent time at that one admiring the piggies.Love all your articles, so inspiring. My favourites are cheese, use of animals (whole boar, rabbits head pasta - Wow!), slow foods and experiences. Keep up the brilliant work - it's a pleasure read that I can't miss.
- #37
- Comment by parshu
A lovely and enriching fx photo essay which even made the piggery products look appetizing; I suspect that the Nduja is heavily spiced to hide the not so delicious core flavours of the body-parts used :-). What I loved was the way in which you have captured the texture of the characters of the farmers and artisanal producers. You're a unique combination of expert foodie and expert photographer and there may not be more than a handful of people like that in the world.- #39
- Comment by François-Xavier CREMEL
Hello FX,Thanks so much for making us travelling europe through your report with excellent quality pictures. This time your visit at the food Torino fair looks so attractive that we can smell from here (in Lorraine) the fine taste of all these ingredients.
All the best.
Fx Cremel.
- #41
- Comment by Nicole
A wonderful article. You definitely made me want to go. Some day perhaps. You also intrigued me with the "Age of the Dry Cow." What is that? Are you referring to a movement back to "land races" (does one use that term for animals?) and away from the highest yielding breeds? I have only recently found out that some of the French AOC cheeses require milk from specific breeds of cow -something I had never known despite my love of cheese and my cousins being farmers. The thought of an Age of the Dry Cow is intriguing.- #43
- Comment by Chiffonade
What a feast for all the senses! Your opening photos of the beans were enough to send my heart pitter pattering. Few foods are as inexpensive, malleable, accessible and nutritionally packed as beans. Slow fooders and Peasants alike revel in their goodness.I like to do beans with smoked turkey meat and of course, smoked ham hocks. Whenever I serve a whole baked ham, I make sure I have a 2 lb. bag of Great Northern beans in the house and the hambone with scraps attached goes right into the bean pot.
The cheeses look amazing!
I can only hope the US will really grab on to the slow-food movement. It's so much healthier than the likes of instafood prepared by such culinary hacks as Sandra Lee with her chemicals and "look how quick" instead of "look how good" attitude.
My parents are of Italian descent so you know I'm enjoying lots of slow-cooked braises of inexpensive meats and lots of beans!! Thanks again for another great culinary voyage :D.
I was blasted by the concept of the semi-homemade, what a fraud, but funny!
- #45
- Comment by Bart
What a glorious and fantastic article! I am green with envy at your experience and sitting slackjawed at the exposition. I would love to attend an event just like this one, where the stars of the show are the small-town expert of an esoteric art, that art being the making of something delicious.I used to be a member of Slow Food, as I was attracted to the idea of doing things "the long and difficult way" for the sake of greater flavor. Then I received the Slow Food-produced magazine called "Slow". I thumbed through it, and, horrified, declared, "This is a cult!" So I think you and I see eye-to-eye on both the good parts and the bad parts of the Slow Food movement. I don't like the hatred and I don't like the elitism, both of which are spawned by an exclusive and "pure" movement like Slow Food.
- #47
- Comment by Andy Basile
Bravo FX - Thanks for the wonderful and informative post. The pictures are superb, so very clear. I am a big supporter of the slow food movement - here in America it is also a slow moving movement because of all of our fast and mass produced food. While I read many of the posters comments I am struck by Piero Basile's (interesting surname) because it is a catch 22 situation. Unfortunately it becomes expensive to do the very thing that farmers and families have done naturally for years. While there is definitely a lot of hype, marketing, and politics that are now attached to these products it is undeniable that without the increase in awareness and the price through these measures it would be impossible to make products like this. These products and a whole way of life would disappear. There has to be room for both fast and slow in the world. Now my favorite idea was the Ham Bar - there should be one on every corner. Thanks again and I am looking forward to the next post.- #49
- Comment by Eclaire
Thank you, thank you for taking us to the fair! You and your camera,the people and the food -- tutti bellissimo (imi?)!
- #51
- Comment by Ouroboros
Awesome, as always FX.I especially liked the semi-rant at the end. I wholeheartedly agree with you.
While those of the Slow Food movement are to be commended for their dedication and hard work, there is no place for snobbery and elitism in the culinary world. The whole point of cooking, in my opinion, is to create great tastes that satisfy the belly and the palate, and in the case of the cook, the mind. While being able to produce traditional foods and ingredients of the highest quality and inherent flavor is noble and deserves the utmost respect, I find the greatest satisfaction from taking the most nasty, tough, unflavorful cut of meat or veggie and turning it into something that people will ask me for the recipe for. Culinary alchemy, so to speak. If one just sticks to the highest-end ingredients and turns their nose up at 'lower quality' foods for the sake of elitism, they are losing the whole point of being a cook...the creation of a dish that satisfies the mental and physical hunger of the diners. Sometimes that hunger can only be sated by a Kobe beef filet with organic veggies, sometimes only by a (formerly) tough-as-hell rump roast with grocery store potatoes and carrots out of my slow cooker, and sometimes only by a Big Mac and fries from the Arches. And if I'm not mistaken, all three can be ruined by having the chef/home cook/patty flipper handling the meal. As a matter of fact, my love of cooking started while I worked at McD's as a teenager when I noticed that I was trying to assemble the burgers to look exactly like they did in the advertisements. Pride in the results of my work, regardless of the initial conditions...that pride continues to this day, some 15 or so years later. I'll start with what I start with, and in the end, you'll love what I make out of it. That's the fun of it. That's cooking. No snobbery necessary.
Anyway, sorry about the rant, but I hope you all understand what I'm saying. Give me a perfectly marbled 1" thick porterhouse steak or give me a can of SPAM...after I'm done with it, you'll (hopefully) ask for the recipe.
O
Thanks Monsieur FX for another wonderful visual treat (not to forget your excellent commentary either)!
I have been relishing your articles on a regular basis for the past several weeks. Your blog is simply the best food blog in existence !
Keep up the good work!
Best wishes ,
Shiladitya
- #55
- Comment by juliet
Wow. You must be having so much fun! Thanks for sharing all the lovely pictures. Gives me a taste of what it might be like to travel there.- #57
- Comment by Lord Best
Dear God, please let events like this come to Australia. Or me go to them, whichever works.The meat section was sublime. I am not one of those people who eat meat and live in ignorance of what it actually is. I love it. When I was at school we were taken to an abbatoir to witness the suffering or poor animals by one of our stranger teachers. Many kids vomited, halfa dozen became vegetarians on the pspot. I had an hour long chat with the small goods chap and got a free ham to take home.
I agree with your opinions on Slow Food also. I nearly joined some years ago, but decided I really did not need to. Then I started hearing about 'fundamentalist Slow Foodlings" (I do not abide the word foodie) and while I do not hold the organisation responsble for such counter productive actions, I do not want to be in the same movement as they. Similar ilk to the vegans who poison shipments of live sheep goingto the middle east. Yes, you have a point to make, but how does contaminating thousands of sheeps feed help them or you?
Keep up the good work FX, sorry about the long post.
- #59
- Comment by chef4cook
I am a firm believer in the slow food movement and have been for many years. If you don't know your past how can you move forward? When cooking you have to understand the traditions in order to be innovative.- #61
- Comment by Tia O'Connor
what happened to my comment???- #63
- Comment by jensenly
Thanks for being candid with regard to the Slow Food's not-so-nice side. I had contemplated joining several months ago, but after reviewing the website I became a bit suspicious. Why does every organized group have to have some secondary cause not associated with the original intent? I just want to get together with people who truly love all aspects of food without having an underlying agenda associated with it.Great field reporting and love all those good looking people with their meat!
- #65
- Comment by celso
Hi, fx, this fair may be amazing... but I,m from Brazil and I got quite disappointed to see a bottle of "Velho Barreiro" in the Slow Fever bar. This one is one of the worse, high-scale produced brands of cachaça... stay away from it, or you will never bound drinking cachaça again.- #67
- Comment by Laura D.
This is going to be a long one, but you've touched on a subject I can't let pass without having my say.I was happy to see your political statement on the Slow Food movement. I agree with you almost entirely. Slow Food should--I say it should, and I'm right! ;)--limit itself to promoting traditional agriculture and food preparation. It will gain more respect and a wider range of supporters through positive means than by destruction and elitism. It's all fine for rich people to be able to buy organic, sustainable, local, slow food for every meal, but when they start destroying crops in the name of reform, they are taking food out of the mouths of the poor and money out of the pockets of the farmer. One point on which I agree a bit with them is the suspicion of deals between slow food producers and supermarket chains. It's not necessarily a bad thing in theory; however, in practice, what often happens is that the supermarkets put pressure on the producers to supply an ever greater quantity of goods. The producers are then stuck between increasing production at the expense of quality, or risking being dropped by the supermarket chain altogether. Sometimes, the producer will then have to scramble to find another buyer for the excess goods that the supermarket had contracted to buy. I'm not saying it has to happen that way, only that it often does.
Politics and marketing are inextricably intertwined with agriculture in America, and we export both our attitude toward food and our farming methods around the world. I have read that without chemical fertilizers, the earth would be unable to support its current population (see Michael Pollan, The Omnivore's Dilemma, for more on that and other agriculture-related information--he's very readable).
In response to several other comments on this page:
I agree with jensenly who said, "I just want to get together with people who truly love all aspects of food without having an underlying agenda associated with it." Everyone has got an agenda (even me!)--I just don't want anyone forcing his agenda down my throat. I'd rather have a nice goat cheese forced down my throat... Which is why I love your blog; it's just about food and the love of it.
The accusation of elitism does, I believe, apply to Slow Food. I hate to tag them that way, because I do like a lot of what they do, but once you start eating expensive, difficult-to-obtain foods and saying they're better than common food, you can no longer lay claim to loving food as an idea. The true test of a cook is being able to take the humblest ingredients and make something exquisite from them. Anyone can slice an artisanal prosciutto or open a tin of Iranian caviar, lay it on the plate, and have something spectacular to eat. But what can you do with an egg or a potato?
As for the "semi-homemade" phenomenon, I regret to inform you and your readers that, for a lot of Americans, if they put together a meal at home, even if it uses all packaged and processed foods, it's homemade (because they didn't pick it up at a restaurant already heated). I despair of getting many of my coworkers to even try some of the (real) homemade food I bring in for my own meals because it may have ingredients they're not familiar with. Some of them won't even put out the effort to make lunches for their children to eat at school. This is truly unacceptable in my mind (especially since I know how bad school lunches are in America).
And a disclaimer: While I would love to cook every meal I eat from scratch at home, this is simply not possible (unless I forego sleep entirely). I admit to using convenience foods once in a while and even, yes, eating at McDonald's on occasion. I don't like it, but I have to eat--and feed my son and a husband who has a horror of kitchen-related activities, though he loves the dining room-related ones--and time is at a premium.
Whew. OK, I'm done...for now.
- #69
- Comment by Cynthia
This was a thrill and an education. Thanks for the trip Francois.- #71
- Comment by Geoff Ball
Great article. I lived about 80 km away from there for a year.I was surprised not to see any Horse or Donkey/Ass meat.
One day I'll get back there :)
- #73
- Comment by quinn
This article was like a day spent at the fair - only without the sore feet! Thank you so much for the lovely images and mouth-watering desriptions. I was reminded several times of Portugal.In a follow-up to Geoff Ball's comment and your response, I personally think it is better not to exclude such things only on the basis of possible offense. It is reality for many people and cultures, and it's good for other people and cultures to be aware of this, whether they agree or not.
I hope YOU are not offended that I'm sharing my opinion, Francois! And of course I know it is not my emailbox that could be deluged with negative comments from readers! ;)
- #75
- Comment by Leonidas
I know I'm really late commenting, but I couldn't help myself. I really enjoy your recipes but this article was something altogether different. I liked the first part but the meaty second part was where it got interesting! I don't feel disgusted at all, I did feel really jealous when I saw the headcheese. I make my own sometimes, after my own country's tradition ( I'm from Cyprus) but not as often as I'd like, because it takes me a full day to make and two days to set ( using gelatine gets you banned from the kitchen forever )All in all, wonderful coverage of a very interesting event!
- #76
- Comment by nieves
Me han encantado tus fotos y la fina ironía de tus comentarios.Tb tu punto de vista ausente de todo fundamentalismo. (algo raro de encontrar)
Soy diseñadora grafica, pero me encanta todo lo que tiene que ver con la comida y me gustaria ir a Turin este octubre 2012
tu articulo es de 2008, han pasado cuatro años espero que no haya cambiado mucho!
gracias y un saludo
Nieves